Ha ormai conquistato la fiducia dei consumatori, si rivela più dinamica delle marche industriali nell’anticiparne i bisogni, risponde a severi protocolli di tracciabilità e sicurezza, nel fresco ormai rappresenta la prima scelta e ha la forza di tenersi stretti clienti che allungano il percorso verso l’esercizio commerciale pur di mettere nel carrello la Mdd preferita.

Lo si deduce non solo dai dati economici, ma anche tastando il polso agli utenti finali. Lo ha fatto Nomisma, che, insieme a Iri, ha curato per MarcabyBolognaFiere il XV ‘Rapporto Marca sull’evoluzione dei prodotti a marca del distributore in Italia’.

I ricercatori inquadrano un consumatore che, nella scelta del prodotto d’insegna, è particolarmente attento a valori come la riduzione degli sprechi (40%, nell’indagine a risposte multiple), la qualità del prodotto (30), la promessa di benessere (32%), le garanzie specifiche di sicurezza (28%) e il rispetto dell’ambiente (22%).

Dallo scaffale il cliente preleva più volentieri prodotto italiano (citato dal 40% degli intervistati), guarda ai contenuti dell’etichetta, come metodo di produzione e tracciabilità della filiera (25%) e si rivolge con favore crescente alle produzioni biologiche.

L’indagine Nomisma ribadisce che non è più soltanto il prezzo a determinare la scelta: si acquista la marca del distributore soprattutto per la qualità.

E, specialmente, lo si fa con grande consapevolezza: il rapporto evidenzia che, negli ultimi dodici mesi, il 72% delle famiglie ha acquistato volontariamente almeno un prodotto Mdd ormai come prima scelta nella carne fresca (63% vs. 19% della marca industriale) e nella frutta e verdura (49 contro 16%).

La fidelizzazione spiega, la crescita del settore (+2,5% rispetto al 2017 secondo Iri) con quote del 20% in media e vendite 2018 per 10,3 miliardi all’interno di un panorama dei consumi che, nella grande distribuzione, complessivamente segna il passo (+0,2 per cento).