di Claudia Scorza

Il prodotto a marchio come un salvagente per i consumatori che si trovano a dover affrontare la crisi dei prezzi innescata prima dalla scarsità di materie prime post pandemia e poi dalla guerra in Ucraina. È questo il pensiero che ha accompagnato Coop a Marca 2022.

«In tutti i momenti di difficoltà economica – dichiara Marco Pedroni, presidente Coop Italia e Ancc-Coop Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori – i consumatori hanno utilizzato il prodotto a marchio come uno strumento per affrontare il loro ridotto potere di acquisto. Sia in pandemia sia in questa delicata fase il prodotto a marchio sta incrementando la propria quota di vendita proponendo prodotti sempre più evoluti, articolati, buoni e a prezzi vantaggiosi».

Nato più di 70 anni fa, il prodotto a marchio Coop anche nel 2021 ha proseguito il suo percorso di ridefinizione, portando sugli scaffali tutta la nuova offerta dei “rossi”, la linea di pomodori e derivati, mantenendo intatta la propria adesione ai valori fondanti la cooperazione di consumo: il miglior prodotto possibile, ma al giusto prezzo. La crescita dei volumi nei primi due mesi per la nuova linea segna un +35% di vendite.

Complessivamente la quota del prodotto Coop si aggira intorno al 30% con un fatturato di circa 3 miliardi di euro, di cui circa il 40% proviene da filiere a completa tracciabilità, un unicum in Italia. Continuano a dare ottimi risultati le linee storiche Viviverde (il bio e l’ecologico), Fiorfiore (l’eccellenza gastronomica) e BeneSì (i prodotti salutistici), che crescono a due cifre. Performance positive anche per la linea Origine (tracciabilità totale della filiera).

«L’inflazione partita a metà del 2021 – prosegue Marco Pedroni – ha subito una grande accelerazione dovuta alla guerra, per questo dobbiamo aspettarci una crescita dei prezzi anche nei prossimi mesi. Al momento abbiamo trasferito sui consumatori non più di 2 punti e mezzo degli aumenti che, in realtà, nei listini hanno raggiunto anche i 10-12 punti di crescita. Capiamo che per ora il Governo sia intervenuto in soccorso delle famiglie solo sui beni energetici, ma ora è il momento di pensare agli altri beni di prima necessità, come quelli alimentari, magari attraverso una mirata e temporanea sterilizzazione dell’iva. Sappiamo che in questa fase non si può solo chiedere al Governo, ma noi ci stiamo già mettendo la nostra parte e siamo coscienti che da soli non riusciremo a preservare il potere di acquisto delle famiglie, soprattutto di quelle più povere e quindi più esposte a questi rincari».