di Emanuele Scarci

Negli ultimi 12 mesi Barilla ha impegnato almeno 300 milioni del miliardo di investimenti programmato per il quinquennio 2020-2024. Risorse che puntano su 3 filoni strategici: acquisizioni in Italia e all’estero, rafforzamento produttivo e tecnologico e sviluppo delle filiere di approvvigionamento. Barilla è uno dei 3 Big player dell’alimentare italiano, dopo Ferrero e Cremonini.

Nell’ultimo step, la multinazionale di Parma torna ha deciso di investire non nella pasta, ma nello sviluppo del più grande stabilimento di sughi d’Europa. L’impianto è quello nel Parmense, nel sughificio di Rubbiano, dove verrà allestita una nuova linea di produzione, dopo le 2 inaugurate nel 2012 e le successive 2 del 2018. Aumenterà la capacità produttiva di tutte le tipologie di pesto, incluso quello genovese. L’investimento previsto è di 30 milioni di euro e la nuova linea produttiva sarà operativa dall’aprile 2023.

L’azienda dichiara che nel mercato dei pesti e dei sughi pronti la crescita degli ultimi anni è stata a doppia cifra in Italia e all’estero e conferma la leadership in Italia e in Europa continentale.

Gli step

Lo scorso settembre Barilla ha annunciato l’ingresso nel business dei gelati, alleandosi con Algida del gruppo Unilever. <>.

Lo scorso gennaio invece Barilla ha messo sul piatto 107 milioni per acquisire dalla spagnola Ebro Foods i brand canadesi Catelli, Lancia e Splendor e lo stabilimento di Montreal, nel Quebec. E altri 47 milioni per rilevare il controllo della britannica Pasta Evangelists, start up specializzata della pasta fresca e sughi, distribuiti online.

Infine, giusto un anno fa, i fratelli Barilla hanno conquistato lo stabilimento di Muggia di Pasta Zara con un’offerta al tribunale fallimentare di 118 milioni. L’impianto giuliano è uno fra i più grandi al mondo nel settore della pasta e può vantare un magazzino autoportante da 65 mila posti pallet.

Più estero che Italia

Nel 2020 il fatturato consolidato del gruppo Barilla è stato di 3,89 miliardi di euro, di cui il 57% realizzato all’estero (55,4% l’esercizio precedente), l’utile netto è balzato del 55% a 351 milioni. Il giro d’affari è composto per il 55,2% dai prodotti primo piatto e per il 44,6% dai prodotti da forno. Il resto da prodotti vari.

Nel 2020 l’Italia si è confermata primo mercato per Barilla, con il 42,6% dei ricavi, ma in calo di 2 punti. Il giro d’affari nel nostro Paese ha raggiunto 1,65 miliardi, +2,4%. Il secondo mercato è l’Europa più la Russia: 1,29 miliardi, +10,9%. Seguono le Americhe con 762 milioni, +10,5%, quindi Asia, Africa e Australia con 179 milioni, +14,7%.