Con i suoi circa 40 milioni di fatturato, una storia  cominciata nel 1947 ad opera dell’attuale famiglia proprietaria, i Pozzali, Bella Lodi, con il suo straordinario formaggio e con molte nuove idee da sviluppare, si pone come un esempio del lato migliore della old economy, quello che non ha paura del nuovo, ma che non vuole nemmeno perdere le proprie radici.
DM ha parlato con il direttore marketing Marco Montemezzani.

Ripercorrendo brevemente la storia di Bella Lodi, diciamo quale è stato il momento fondamentale che l’ha portata a trasformarsi da semplice caseificio a grande produttore su larga scala?
In realtà non c’è una produzione su “larga scala” paragonabile ai grandi brand della distribuzione italiana; c’è un’ azienda con molta esperienza nella produzone alle spalle, essendo una delle più antiche nel settore, che, intorno al 2000 ha dato una vera identità al proprio prodotto, quella tutt’ora in essere. Insieme all’entrata nella grande distribuzione.

Innovare nella old economy: questo potrebbe essere il vostro motto. E infatti le innovazioni non mancano: un pack da brevettare, il lodigiano spalmabile, le confezioni per regalo natalizie, le ricerce sui fermenti… Parliamone
Sì il metodo “artigianale” rimane ed è un punto fermo. Poi però non si può prenderlo come capro espiatorio per arenarsi al concetto di tradizione. Le tradizioni vanno preservate e valorizzate, nella fattispecie per migliorare il prodotto e la sua identità. Oggi i consumatori vogliono trasparenza ed hanno bisogno di certezze, ma al tempo stesso cambiano le abitudini alimentari, i gusti e le occasioni di consumo. L’attenzione per l’ambiente è sempre più crescente così come per i prodotti “naturali” senza additivi, conservanti, o allergeni. Senza ricerca ed evoluzione non si può rispondere a queste esigenze. Innovare quindi per migliorare, ma per conservare le cose migliori.

Bella Lodi l’anti-consorzio: descriviamo – secondo voi – il difetto dei consorzi e per quale motivo Bella Lodi reputa, giustamente, che un’azienda debba rispondere in prima persona davanti al consumatore.
Ma in relatà non è “anti qualcosa”. Semplicemente, ricollegandosi al discorso di prima, ci sono scelte e circostanze che si possono ritrovare solo in un unico produttore, la ricerca appunto. Tanto per cominciare il gusto ed il sapore “unico” di un prodotto. Oppure per fare degli esempi, la raccolta del latte in una zona ristretta, assicura al consumatore un’approvigionamento del latte “consapevole” e la provenienza certa e certificata; l’utilizzo di energie rinnovabili, scelte “soggettive”…

Bella Lodi e il marketing mix: voi siete grandi sostenitori della gdo e prossimi grandi investitori pubblicitari. Ma nel marketing mix è il prodotto a fare la parte del leone. Parliamone e accenniamo anche agli eventuali problemi con la gdo, un vero osso duro come controparte.
Mah che saremo prossimi grandi investitori pubblicitari è da vedere.
Sicuramente oggi non si può prescindere dal comunicare, ma il problema è che se si ha una distribuzione a “macchia di leopardo” è difficle pianificare. Se ci rifacciamo alle famose 4P sicuramente il controllo del prezzo nella logica delle promozioni e di conseguenza il posizionamento è la cosa più difficile da garantire al consumatore.

Bella Lodi e l’estero. Parliamone e parliamo soprattutto dei vostri progetti verso l’America.
Abbiamo partecipato all’Italian Expo di Houston e Chicago e abbiamo trovato ottime sinergie con alcuni distributori e tanto interesse; ci sono buone prospettive ma aspetteremmo di vedere i risultati prima di parlare di un nuovo mercato; sicuramente la presenza in Canada che continua da 15 anni, la presenza in Migros in Svizzera, piuttosto che l’esperienza in Francia, confermano che il prodotto Italiano all’estero in alcuni casi ha più successo perché svincolato da alcune logiche italiane citate anche sopra.  

Un accenno al trend del vostro mercato di riferimento, quello dei formaggi duri, e al comportamento del vostro prodotto rispetto ai competitor (grana e simili).
Da sempre la politica è di non avere un listino così variabile ma possibilmente stabile nel tempo.

Bella Lodi e le imitazioni: si è accennato a prodotti simili al vostro e italian sounding. Approfondiamo.
Beh è un problema connesso a tutti i prodotti italiani; a settembre nella fiera di Duesseldorf eravamo circondanti da prodotti stranieri con immagini legate alla gioconda, la gondola di Venezia, le colline toscane, paesaggi e tricolori di ogni genere. E’ un fenomeno difficile da arginare, ma ci vorrebbe più  tutela in questo senso, non solo per i “naming” ed i marchi, ma anche per tutto il resto della nostra iconografia, un vero e comune organismo che certifichi il made in Italy, altrimenti sarà sempre più difficile valorizzare e difendere i nostri prodotti.