Qual è il futuro della Gdo nei prossimi anni? E quali sono le principali tendenze evidenziate nel comparto del largo consumo? Per saperne di più abbiamo intervistato Romolo de Camillis, Director Retailer Service Italy di The Nielsen Company, azienda globale con posizione di leadership sul mercato nelle informazioni di marketing, consumer, televisione e altri media, online intelligence, mobile measurement, eventi e pubblicazioni specializzate.

Analizziamo in primo luogo l'andamento del settore per canali distributivi. Come sappiamo, si stanno imponendo soprattutto i discount e i negozi specializzati. Qual è l'andamento, invece, dei punti vendita di prossimità?
Discount e negozi specializzati nelle merceologie "drug" si affermano soprattutto grazie ad una maggiore penetrazione sul territorio. Tale penetrazione è stata conseguita per effetto di numerose aperture di nuovi punti di vendita appartenenti alle citate tipologie. L'andamento dei negozi di prossimità è invece caratterizzato da due opposte tendenze. Da un lato si assiste ad una razionalizzazione della rete determinata dalle difficoltà a proseguire l'attività da parte dei soggetti economicamente più deboli. Dall'altro ci sono negozi che, approfittando delle difficoltà delle grandi superfici e del calo dei consumi fuori casa, realizzano performance brillanti attraverso un'offerta che coniuga i vantaggi del servizio di vicinato e un'offerta di prezzo competitiva.

Nella scelta di un punto vendita quanto conta, per il cliente, il lay out espositivo e la facilità di reperimento dei prodotti a scaffale?
Ogni anno misuriamo in Italia e in numerosi altri paesi del mondo quali sono i fattori più importanti che guidano la scelta dei punti di vendita e delle insegne da parte dei clienti . Gli ultimi risultati relativi all'Italia confermano quanto già emerso negli anni precedenti. La disponibilità a scaffale dei prodotti di cui il cliente necessita e un luogo d'acquisto in cui è semplice e veloce trovare ciò di cui si ha bisogno restano i due elementi dell'offerta che, più di tutti gli altri, determinano la scelta del negozio da parte dei consumatori.

Mentre il non food sta avendo un sviluppo abbastanza positivo, il largo consumo confezionato ha sofferto di più della decrescita dei consumi. Quali sono le cause?
Sugli andamenti del non food incidono positivamente gli effetti derivanti dal passaggio al digitale terrestre avvenuto in alcune regioni e che ha spinto numerose famiglie all'acquisto di televisori e decoder necessari alla ricezione del nuovo segnale. Anche il settore dei casalinghi sta dando buoni risultati, a seguito della rivisitazione del comparto da parte di alcune catene, oltre che da una domanda sempre attenta a questi prodotti. Sulle performance dei prodotti di largo consumo confezionato pesano i saldi negativi registrati sulle categorie Home Care e Personal Care, tengono invece le merceologie alimentari.

Si rileva, presso la clientela, una tendenza alla ricerca di prodotti biologici e salutistici. La Gdo sta facendo abbastanza per includere tali tipologie di prodotto nel proprio assortimento?
Molte aziende della distribuzione sono attive, anche attraverso linee di prodotti a marchio, per cogliere le opportunità derivanti dalla domanda di prodotti salutistici e biologici. Il potenziale di mercato è significativo, si pensi ad esempio ai prodotti per celiaci che, secondo i risultati di una nostra recente ricerca, hanno un potenziale che coinvolge oltre un milione di famiglie responsabili del 5,5% della spesa complessiva degli italiani per prodotti di largo consumo.

Altro fenomeno di questi anni è lo sviluppo delle private label. Lei ritiene che il marchio privato potrà conquistare anche comparti merceologici in cui attualmente è presente in maniera piuttosto limitata?
Nonostante sia facilmente prevedibile un'ulteriore crescita delle private label nei prossimi anni, l'esperienza internazionale ci insegna però che continueranno ad esserci significative differenze da merceologia a merceologia e alcune categorie continueranno ad essere guidate dalle marche industriali ancora per molto.

La Gdo, per incentivare le vendite, continua a puntare sulla leva della promozione. È una strategia vincente? È questo che chiede il cliente?
Difficilmente commentando le promozioni e analizzando l'evoluzione del fenomeno negli ultimi anni si può parlare di strategia vincente. D'altro canto, però, si devono riconoscere le difficoltà per le aziende del largo consumo, sia distribuzione che industria, di ridurre l'attuale livello di promozionalità a cui il consumatore italiano si è ormai abituato. E l'unica alternativa praticabile sulla carta, quella dell'every day low price, richiederebbe profonde trasformazioni organizzative, dal modello negoziale all'offerta commerciale, in primis rivisitando gli assortimenti.