Corta, lunga, ripiena, di semola, all’uovo... e farine, sughi, olio... il mondo della pasta si è dato appuntamento a PastaTrend, il salone dedicato alla protagonista indiscussa della tavola di milioni di italiani in programma a Bologna dal 2 al 5 aprile.
E nei padiglioni di BolognaFiere esporrà anche Conad, nella doppia veste di interlocutore della filiera e di “produttore” di private label. “Nel 2010, gli iper e i supermercati Conad hanno venduto 69 milioni di kg di pasta, con un fatturato di 130,5 milioni di euro”, dichiara soddisfatto il direttore generale di Conad Francesco Pugliese, che Distribuzione Moderna ha intervistato.

Come va la pasta a marchio?
Le vendite di pasta Conad, che è stato tra i primi distributori in Italia, negli anni ’70, a credere nei prodotti a marchio lanciandoli sul mercato quale fattore di competizione e di differenziazione e per offrire ai clienti un’alternativa di qualità e convenienza ai prodotti leader di mercato, vanno molto bene. Le vendite di pasta di semola a marchio si sono attestate a 16,1 milioni di kg, per un fatturato di 13,8 milioni di euro e una quota del 19%, mentre la pasta all’uovo vale il 35% del comparto, in crescita del 12,7% a 7,2 milioni di kg. Si tenga presente che, sempre nei nostri supermercati, un prodotto su quattro di pasta fresca è Conad.

Vendete già ad altre catene la vostra pasta private label?
Certo, ed è un business che intendiamo sviluppare, incrementando le esportazioni. Abbiamo consolidato il rapporto con un importante cliente di Hong Kong che distribuisce diversi prodotti della nostra linea Sapori&dintorni, pasta compresa. In Europa forniamo invece a Rewe, Leclerc, Colruyt e Coop suisse, che con noi fanno parte del consorzio Copernic, la linea “Creazioni d’Italia” che comprende appunto anche della pasta.
 
Come si suddividono quei 69 milioni di chilogrammi venduti l’anno scorso?
Sessanta sono solo di pasta secca, per un fatturato di 85 milioni di euro. E di questa 53 milioni di kg sono di pasta di semola, in crescita del 5,4% a volume, 5 milioni di kg sono di pasta all’uovo - +6,3 per cento a volume e +2,3 per cento a valore - mentre le altre paste, cioè integrale, insaporita, senza glutine, ripiena e così via, registrano vendite per 2 milioni di kg e 5 milioni di euro, con un trend di crescita del 13% a volume e dell’11% a valore.

Manca la pasta fresca...
Le cui vendite si sono infatti attestate a 9 milioni di kg, con un fatturato di 45,5 milioni di euro.

A sentire lei le cose vanno benissimo. È così?
Non è tutto oro quello che luccica. Sul prezzo della pasta continua a incidere l’aumento del costo delle materie prime, dovuto alla crescita della domanda globale di cereali e a fattori climatici sfavorevoli. Tuttavia pesa anche una forte componente di speculazione finanziaria. Un quadro grave che in Italia si somma alle inefficienze e ai costi che gravano sul sistema Paese mettendo a rischio il ruolo di calmieratore dei prezzi svolto tradizionalmente dalla grande distribuzione organizzata.

Quali formati vanno di più?
La preferita dai clienti Conad è la pasta di semola corta, che vale il 57% delle vendite tra i formati normali e le specialità. Il formato più venduto in assoluto rimangono gli spaghetti, seguiti da penne, mezze penne, fusilli e tortiglioni. Tutto rigorosamente in pacchi confezionati da 500 grammi che contano per il 77% delle vendite. Le paste all’uovo più vendute sono invece i nidi, tagliatelle e similari, nelle confezioni da 250 grammi.

Quanto contano le promozioni nel comparto?
Hanno avuto un ruolo importante sia ai fini di rafforzare l’affezione del cliente alla marca Conad sia quale componente appagante per sostenere bilanci familiari sempre più ridotti: hanno riguardato il 46,6% delle vendite di pasta di semola e il 35,4% di quelle di pasta all’uovo, con un taglio medio di prezzo superiore alle marche nazionali, equivalente in media al 33,4%.

Chi sono e quanti i vostri fornitori?
Conad lavora con oltre 90 fornitori, molti dei quali sono piccole e medie aziende con un mercato locale, tutt’al più regionale, per poter garantire ai clienti il consumo della pasta che più conoscono e preferiscono. Accanto a questi ci sono i gruppi più importanti dell’industria pastaria, con i quali sviluppiamo oltre il 58% del fatturato del comparto.

Come vanno le paste speciali?
Hanno ormai conquistato una posizione di tutto rispetto sulla tavola degli italiani, con una quota di mercato prossima all’8%, con molti prodotti freschissimi e da banco che aiutano a valorizzare le produzioni delle piccole e medie imprese locali portando benefici all’economia del territorio.
Conad offre 19 paste regionali di qualità che possono fregiarsi di questa etichetta di alto di gamma: dalla Valtellina con i pizzoccheri alla Sicilia con la calamarata passando per varie regioni italiane con cavatelli, candele, paccheri, malloreddus, ziti, maritati, pici, tortelli, tortellini, tortelloni... Un patrimonio gastronomico che valorizza le risorse dei territori in cui operano i nostri 3mila punti di vendita.

Questi ultimi hanno margini di autonomia nella scelta?
Sì, il 20% dei prodotti presenti nei supermercati Conad e nei Margherita può essere scelto dagli stessi esercenti e costituire un ulteriore stimolo per lo sviluppo dell’economia locale. Con una presenza fortemente radicata nel territorio, vicina ai clienti in tutte le province italiane, Conad conferma anche così il proprio sostegno a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento delle eccellenze alimentari regionali.