Le enormi potenzialità delle innovazioni tecnologiche di questi anni, non ancora sfruttate appieno dal mondo delle imprese e dal largo consumo, e fatte non solo di apparecchiature hardware ma soprattutto di programmi e soluzioni per lo scambio di informazioni in mobilità, sono state ben comprese da Sap. La multinazionale del software aziendale, quotata al Nyse di New York e al Dax di Francoforte, ne prevede un fortissimo sviluppo. Ne abbiamo parlato con Matteo Losi (nella foto), direttore prevendita e business development.

Che visione avete del futuro a proposito di Mobile-information?
La domanda d’accesso in mobilità alle applicazioni e alle informazioni aziendali in genere si espanderà parecchio. E questa evoluzione coinvolgerà anche il rapporto con il consumatore: la comunicazione Business to Business e quella Business to consumer cercheranno punti d’incontro. Certi di questo, intendiamo aprire nei prossimi anni i sistemi informativi B2B solitamente utilizzati per gestire i processi core anche ai consumatori, raggiungendo con processi B2C e tramite particolari servizi applicativi un miliardo di persone.

Che percorso intendete seguire per raggiungere il vostro obiettivo?
La strada che vogliamo intraprendere, almeno inizialmente, è quella legata alle operazioni che si muovono nella direzione del Business to Business to Consumer. In sostanza vogliamo offrire ai nostri clienti soluzioni tecnologiche capaci di abilitarle a colloquiare meglio con i consumatori finali.

L’hardware disponibile oggi sul mercato è in grado di supportare i vostri software? Anche di quelli che immaginate di sviluppare?
Abbastanza. I terminali di ultima generazione più noti a livello di smartphone e Ipad o similari hanno caratteristiche notevoli e non sempre sfruttate, anche se la loro diffusione non è certo alta per quanto in forte crescita.

Ma allora la bottiglia è mezza piena o mezza vuota?
Noi la vediamo mezza piena. Il che ci sta spingendo ad investire in questo senso fiduciosi di averne un ritorno in tempi ragionevoli. Crediamo tra l’altro che il Mobile-information richiederà e avrà modalità e strumenti d’accesso più vicini a quel che offre il mercato consumer.

Avete stime sull’universo della popolazione potenzialmente interessata al mobile-information?
Secondo un sondaggio sul quale basiamo la nostra strategia, se nel 2008 vi erano nel mondo 17 milioni di persone che svolgevano il loro lavoro in mobilità, nel 2010 queste erano già divenute 50 milioni. Ma siamo attenti anche all’espansione enorme che hanno i social-media che promettono di diventare uno strumento di business da non sottovalutare. Qui, se nel 2008 c’erano 100 milioni di utenti attivi su Facebook, oggi ce ne sono 600 milioni e sono ancora in forte crescita.

Cambia qualcosa anche sotto il profilo generazionale delle persone?
Sì, parecchio. Il mondo del lavoro è sempre più giovane e le nuove generazioni mostrano un rapporto molto diverso con le tecnologie rispetto a chi nelle stesse aziende lavora magari da anni o decine di anni. Il 49% della forza lavoro mondiale ha meno di 40 anni e questi individui stanno già modificando radicalmente il modo di accedere e consumare informazioni sia dal punto di vista personale, cioè per intrattenimento, sia per questioni che riguardano lo svolgimento del business. Tutto questo ha fatto rivedere anche a Sap il proprio futuro rimodellando la propria offerta e la propria struttura.

Che cos’altro è cambiato o sta cambiando?
Fino a poco tempo fa i nostri software aziendali sono stati progettati e realizzati in laboratori interni che però ci è sembrato non fossero in grado di sostenere da soli un ritmo appropriato dell’innovazione nel campo del Mobile-information. Da qui la decisione di acquisire un’azienda specializzata in questo campo, la Sybase, all’epoca quotata al Nyse di New York, il cui know how ha reso le sue soluzioni di business facilmente fruibili su questo nuovo canale. Sybase ha già in portafoglio prodotti che gli analisti del settore considerano outstanding, di alto profilo, con i quali Sap ha ereditato una posizione d’avanguardia a livello mondiale.

State facendo già qualcosa anche sul fronte B2C?
Sì. Un’operazione che ha dato ottimi riscontri facendoci capire come anche il B2C vada tenuto in grande considerazione è quella realizzata per la Coop svizzera tramite un’applicazione che i loro clienti possono facilmente scaricare dall’Apple Store. Il software dà loro la possibilità di creare il proprio carrello virtuale e di fare la spesa con l’Iphone ricevendo il giorno stesso la merce direttamente a casa. C’è da aggiungere che questo modo diffuso di accesso alle applicazioni e alle informazioni in mobilità nella veste di consumatore condizionerà gli individui che tenderanno ad accedere alle informazioni aziendali, sempre in mobilità, più o meno alla stessa maniera.

Come possono essere trasferite in azienda queste attività?
Attraverso applicazioni scaricabili su Iphone e Ipad per rendere mobili ed estensibili strumenti decisionali di business intelligence. Mi riferisco alla possibilità di portare sui dispositivi mobili la reportistica e le informazioni tipicamente utilizzate per prendere decisioni in azienda in maniera semplice e trasparente. Parliamo della possibilità di collaborare tra colleghi attraverso strumenti di condivisione non solo attraverso il classico desktop, ma anche tramite smartphone e tablet vari con software che permettano di lavorare in maniera dinamica, gestendo in mobilità i processi aziendali.

Qualche esempio?
Basta pensare a un venditore che, con i nuovi strumenti, può già evitare di dover configurare un ordine con l’obbligo di tornare ogni volta in ufficio. Già oggi può offrire al cliente, per quanto riguarda la scontistica e la gamma di prodotti, una varietà di scelta e una rapidità decisionale parecchio superiore. Insomma, con i nuovi strumenti hardware e software si può lavorare a distanza senza che ogni volta si debbano affrontare estenuanti discussioni lungo la catena decisionale e il backoffice. La tecnologia aiuta pure a migliorare l’interazione col cliente caricando non solo le informazioni relative ai listini, alla scontistica, alla fatturazione e così via, ma anche quelle relative al prodotto in quanto tale. Mi riferisco alla possibilità di mostrare in tempo reale a un cliente con il quale si è in trattativa la gamma di modelli e colori di un assortimento d’abiti o calzature. Si pensi alla figura ormai superata dell’agente costretto a viaggiare con il retro dell’auto carico di vestiti o scarpe senza mai la possibilità di avere veramente tutto con sé. Ebbene con un Ipad come supporto multimediale è semplicissimo avere lì, all’istante, l’intero campionario con tutti i colori disponibili e gli eventuali accessori.

A.M.