Anche i miti non escono indenni dalla crisi, che ovviamente non ha risparmiato i soft drink. E così Coca Cola Hbc Italia decide di assottigliare gli organici di 335 persone, dismettendo le tre linee dell’impianto cagliaritano, che sorge dal 1963 ad Elmas, ma facendo balenare, nello stesso tempo, di creare nuovi posti mediante uno spin-off in cui la multinazionale conserva un 20% di quota. L’operazione interessa il Centro di assistenza tecnica di Campogalliano, vicino a Modena.

Ma i sindacati sono comunque in agitazione e programmano per la prossima settimana, precisamente per il 22 novembre, otto ore di sciopero. In effetti, nonostante le rassicurazioni dell’azienda, che avrebbe pianificato nella Penisola investimenti di 11 milioni, i timori e le preoccupazioni restano, anche perché la regina delle bevande non ha affatto garantito che il riassorbimento nell’unità modenese avverrà in modo automatico. Dunque sussiste il timore di gravi licenziamenti. 

Secondo le dichiarazioni rilasciate al “Sole 24 Ore” «la nuova società - fa sapere l'azienda - garantirà i livelli occupazionali odierni e la conferma del contratto alimentare per chi confluirà nella nuova realtà imprenditoriale, nonché il mantenimento del livello di servizio per i clienti». 
Sempre secondo il quotidiano, se Coca ha 3.000 addetti nel nostro Paese, ben 642 persone – oltre un quinto - sono comunque nell’incertezza, cifra che deriva dalla somma dei 287 interessati dallo spin-off e dei 335 impegnati in Sardegna.