Oscar Farinetti apre ai private equity e cede il 20% della propria quota in Eataly, per 120 milioni, a Tip (Tamburi investment partners). Ma il fondatore rimane saldamente al proprio posto con un ragguardevole 60%. L’operazione si è compiuta tramite la creazione di una newco, Clubitaly, controllata al 70% dal gotha del nostro alimentare, ossia Lavazza, Ferrero, Marzotto (che possiede i vini Santa Margherita), Branca e via citando.

Il motivo, secondo quanto ha dichiarato il patron, è duplice: favorire il percorso verso Piazza Affari, dove il gruppo dovrebbe approdare nel 2017, e reperire nuova liquidità per finanziare lo sviluppo, in ottemperanza a quando ammesso poco tempo fa dall’imprenditore stesso: “Vogliamo aprire come pazzi”.

E di carne al fuoco, magari Chianina o Scottona – noblesse oblige – l’Oscar nazionale ne ha messa parecchia: dal ciclopico progetto Fico, Fabbrica Italiana Contadina, di ben 80.000 mq nel bolognese, alla vicinissima inaugurazione – 18 marzo - del secondo Eataly Milano, prevista nei locali dell’ex Tetro Smeraldo, in pieno quartiere Porta Nuova-Brera. Per non dire del programma statunitense: nel mirino Los Angeles, Washington, Boston e un altro negozio a New York.

Il piano industriale a breve prevede il raggiungimento, alla fine dell’esercizio in corso, di un fatturato di 400 milioni, e di un Ebitda di 45.