Ognuno è responsabile delle proprie azioni. Questo vale tanto a livello di singoli individui, che di comunità e di nazioni. La Campania non fa eccezione. Il danno d’immagine e di reputazione causato all’intera regione (e all’Italia) dalla imbarazzante vicenda dei rifiuti non ha tardato a fare sentire i suoi effetti anche sul piano economico.

Turismo in crisi
A essere colpito per primo – come era lecito supporre – il comparto turistico. Le prime disdette dei tour operator stanno già mettendo a rischio la prossima stagione, con inevitabili conseguenze su tutte le imprese dell’indotto, dalla distribuzione ai servizi. Confesercenti di Napoli ha stimato un danno di oltre 70 milioni di euro per gli operatori del settore.

Agroalimentare al tracollo
Una “sventura” forse meno attesa – ma altrettanto prevedibile - è quella che invece si sta abbattendo sull’agroalimentare. La Cia (Confederazione italiana agricoltori) ha lanciato l’allarme snocciolando cifre molto preoccupanti. Il rischio è il tracollo di un comparto che sviluppa oltre 10 miliardi di euro e conta circa 140mila imprese, 14 prodotti a denominazione d’origine, 29 vini Docg, Doc e Igt e più di 330 prodotti tipici e tradizionali.

Il calo delle vendite
I timori scaturiti dalle immagini dei rifiuti che hanno fatto il giro del mondo e dalla paura di contaminazione da diossina hanno creato infatti una vera e propria psicosi, facendo crollare le vendite di molti prodotti campani. Così, nelle ultime settimane, è rimasto invenduto il 35% della produzione di frutta e ortaggi, il 20% di latte, il 40% di formaggi (mozzarella di bufala in testa), il 25% di vino e olio, con danni anche in questo caso stimati in decine e decine di milioni di euro.

La richiesta di aiuti
Ora – e solo ora – si grida allo scandalo. I produttori agricoli locali richiedono con urgenza un “piano di interventi prevalentemente economici per risarcire i danni causati dalla drammatica emergenza rifiuti”. E Confcommercio rilancia, chiedendo a gran voce al Governo “iniziative urgenti di sostegno alle imprese”, a cominciare da sgravi totali degli oneri previdenziali per il biennio 2008-2009 e dalla costituzione di una cassa integrazione speciale per il mantenimento dei livelli occupazionali.

Un fatto di responsabilità
Misure e richieste di aiuto che però non ci vedono assolutamente d’accordo. Dov’erano gli agricoltori campani quando si lasciava mano libera a una gestione malavitosa del business dei rifiuti e alla conseguente contaminazione di molti terreni agricoli? Dov’erano i commercianti quando le conseguenze di una mancata raccolta differenziata della spazzatura e l’assenza di termovalorizzatori erano evidenti a tutti? Dov’erano gli imprenditori turistici quando si trattava di eleggere onesti ed capaci amministratori locali? Sarebbe ora che ognuno – nessuno escluso - cominciasse a prendersi le proprie responsabilità, anziché perseverare sulla comoda strada del vittimismo e dell’assistenzialismo.