«La modernizzazione c’è e prosegue». Lo dice Confcommercio a proposito dell’evoluzione e dello sviluppo della struttura territoriale della distribuzione in Italia negli ultimi anni. I risultati del Rapporto sulle economie territoriali, che ha preso in esame le variazioni intervenute nel periodo compreso tra il 2002 e il 2008, di fatto, accentuano trend già avviati in passato: riduzione dei piccoli negozi alimentari (-11.500 unità), crescita del non food, aumento delle medie e grandi superfici, specie al sud (+55%).

Certo, l’Italia risulta ancora caratterizzata da un ampio e diffuso pluralismo di formati e formule commerciali. Ma lo sviluppo di quelli della distribuzione moderna è un processo inarrestabile. L’aggregato dei format riconducibili alla gdo, nel periodo considerato, ha registrato infatti una crescita di 4.200 unità. Per oltre l’80% si è trattato di supermercati (1.922) e minimarket (1.467). Ma hanno aperto i battenti anche 139 iper, 184 grandi magazzini e, soprattutto, 491 grandi superfici specializzate.

In termini di superficie di vendita, la distribuzione moderna conta ora una media di 3.106 mq ogni 10.000 abitanti. La concentrazione maggiore ovviamente si evidenzia nel nord Italia (3.902 mq, contro i 2.904 del Centro e i 2.367 del sud). Se il divario esistente tra regioni settentrionali e meridionali si è ridotto per quanto riguarda i format generalisti, resta però ancora elevato a livello di grandi superfici specializzate, con il nord che presenta una superficie media rispettivamente doppia e tripla rispetto a quelle presenti nel centro Italia e nel sud.

In particolare, per i supermercati si contano 13 mq ogni 100 abitanti e la crescita percentuale di superficie, tra il 2002 e il 2008, è stata del 27,6% (ma nel sud del 36,9% e in Sardegna addirittura del 146,6%). Stessa storia a livello di iper. Il sud ha messo a segno un aumento percentuale di superficie di 123,3 punti. Molise e Calabria sono le regioni che hanno visto la crescita più alta, rispettivamente +187,3 e +199,6. Nonostante questo, tuttavia, una regione importante come la Sicilia resta ancora fanalino di coda a livello nazionale nel rapporto metri quadri per 100 abitanti, solo 2 unità contro i 12 della Valle d’Aosta e i 9 della Lombardia. Tra le varie perfomances nella crescita di grandi superfici specializzate Spicca la Sardegna, con una variazione del 245,1%, e la Puglia con un aumento addirittura del 382,1%. In controtendenza, al nord, si nota solo la Liguria, dove tra il 2002 e il 2008 vi è stata una diminuzione del 3,8% della superficie media destinata agli ipermercati.

Quanto allo scenario futuro, l’Ufficio Studi di Confcommercio prevede che la crisi economica in atto provocherà una contrazione degli investimenti per la realizzazione di insediamenti commerciali di grandi dimensioni (centri commerciali ecc.). Sentita meno al sud, magari, dove i margini per lo sviluppo della struttura commerciale sono ancora interessanti, ma pur sempre con una maggiore prudenza rispetto al periodo “pre-crisi”. Lo sviluppo futuro delle medie e grandi strutture alimentari, tra l’altro, sarà rallentato da fattori di carattere normativo (i piani urbanistici tendono a privilegiare sempre più la valorizzazione dei centri urbani) e demografico (l’invecchiamento della popolazione finisce per privilegiare i negozi di vicinato).