Per anni si è distinta come una delle catene più riservate nel panorama della gdo italiana. Poche notizie, scarsi dati diffusi alla stampa, specie economica e di settore, e soprattutto un approccio passivo all’informazione, rivolto quasi più a rintuzzare eventuali critiche, attacchi e inesattezze riguardanti la propria attività e la propria immagine che non a “pilotarla” attraverso un organico e meticoloso lavoro di public relation e di corporate communication. Ma da qualche tempo sembra che vi sia maggiore attenzione agli aspetti della comunicazione in casa Esselunga. Forse si tratta solo di un’impressione, ma ciò che registriamo è un intensificarsi delle occasioni di visibilità pubblica che coinvolgono in modo attivo i media e in generale gli stakeholder.

Tutto è iniziato poco più di un anno fa, da quando cioè Bernardo Caprotti indisse la nota conferenza stampa di presentazione del suo Falce e carrello, atto d’accusa nei confronti dei sistemi di concorrenza sleale delle Coop. Da allora le “apparizioni” pubbliche di Esselunga si sono sensibilmente intensificate.

Evidentemente non si tratta di un nuovo corso narcisistico e di desiderio di visibilità fine a se stesso. Tutto ciò fa pensare che si sia dato il via a una nuova strategia comunicazionale.

Esselunga del resto si è sempre distinta come l’insegna modello della distribuzione moderna in Italia (e non solo). Quella che ha fatto e fa ancora scuola attraverso una serie di innovazioni, di performances e di scelte su molteplici fronti, seguite poi dalle altre catene. Lo ha sempre fatto e non si è mai premurata di comunicarlo, o quantomeno lo ha fatto con grande parsimonia. Ora forse le cose stanno cambiando. Non possiamo quindi che salutare con un riconoscimento questa svolta, in un’ottica di maggiore trasparenza e soprattutto di una maggiore informazione nei confronti della business community della gdo.