“Sostenuta dal lancio di linee premium, bio e green, la private label è oggetto di una nuova espansione e, in questi anni, ha saputo ritagliarsi nell’immaginario collettivo il ruolo di garante della qualità alimentare a condizioni più concorrenziali rispetto alla marca: sul fatturato complessivo l’incidenza delle referenze a marchio del distributore ha conquistato nuovi massimi storici”: così l’ultimo ‘Rapporto Coop’.

Una solida conferma delle tendenze in atto arriva da Marca 2017, il salone internazionale dei prodotti Mdd, organizzato da Bologna Fiere e Adm (Associazione distribuzione moderna) che presenta il 13°rapporto sul settore, elaborato da Adem Lab-Università di Parma sulla base delle ricerche Iri.

Nel corso del 2016 si è registrato un aumento dell’1,7% a valore e dello 0,2% a volume sul 2015, toccando una quota di mercato del 18,5 per cento. A settembre il giro d’affari delle private label in ipermercati, supermercati e libero servizio, ha raggiunto 9,76 miliardi di euro.

I consumatori acquistano sempre più nella fascia ad alta qualità: la crescita in valore di questo segmento, che da gennaio a settembre ha totalizzato 1,32 miliardi di euro, è stata spinta dai prodotti bio (+16,1% a valore e +14,4% a volume) e da quelli premium (+13,8% a valore e +12,4% a volume). In vari casi la Pl di fascia alta è diventata insegna: se Conad ha fatto scuola, con i sui ormai numerosi supermercati 'Sapori e dintorni' , Unes ha ribadito questo trend con il suo primo super 'Il Viaggiator goloso', aperto a Milano a fine novembre.

Parallelamente si è registrato un ampliamento degli assortimenti in tutti i canali, dai supermercati (1.415 referenze, +49% rispetto al 2015), al libero servizio (799, +40%), agli ipermercati (2.091, +6).

La ripresa ha interessato anche il Sud Italia, dove l’andamento delle vendite (+0,6%) ha superato la media nazionale, anche se la strada per la convergenza risulta ancora lunga: nel Meridione la quota della Pl è infatti del 13,2% contro il 18,5% del totale Italia.

Nonostante i successi bisogna comunque ricordare che l’Italia è da sempre un territorio a bassa penetrazione per le Mdd. In giugno Plma (Private label manufacturers association) ha reso noti i principali dati del suo ‘Annuario internazionale del marchio del distributore’, realizzato in collaborazione con Nielsen. Secondo questa fonte nel 2015 la MDD ha visto aumentare la sua incidenza in 13 dei 20 Paesi rilevati.

La quota in volume, da sempre molto elevata, nel Regno Unito è salita ancora, raggiungendo il 46%. In Francia, nonostante il forte impegno dei marchi industriali sul versante delle promozioni, l’incidenza in quantità ha superato il 35 per cento.

In Germania, altro mercato contrassegnato dallo storico presidio della Pl, la quota è al di sopra del 40% da 8 anni consecutivi. In Svizzera, poi, la Pl viaggia, da più di un decennio, oltre il 50 per cento.

Notevoli progressi si sono registrati nei Paesi Scandinavi, nell’Europa Centrale e in quella Orientale. La quota, per esempio, ha superato il 30% in Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.

Nell’area meridionale del continente, infine, si osservano posizioni particolarmente forti in Spagna (oltre il 50%) e in Portogallo (sopra il 40 per cento).