Gli analisti economici hanno le idee chiare per l’anno 2009: sarà peggiore del 2008. La crisi passerà dall’economia finanziaria all’economia reale. La crisi dell’impresa porterà ad una inevitabile riduzione dell’occupazione, si assisterà ancor di più, ad uno sfrenato allarmismo mediatico che, però, questa volta, troverà riscontro nella realtà.

In questo vortice di possibili eventi negativi, si dovranno inserire i progetti ed i budget delle catene della distribuzione moderna. Obbiettivo limitare i danni. Come? Qui le risposte si fanno più difficili. Postulato: nei periodi di crisi ci sono ambiti economici che, contrariamente alla moltitudine, fanno affari d’oro. Nell’ambito della gdo l’anno 2008 è stato fortunato per i generalisti del Non Food (ad es. Maurys a Roma, Stefan in Toscana) ed in generale anche per una parte del mondobBrico, oltreché per il discount. E’ stato un vero ed autentico disastro nel il mondo del Multimediale. Stanno pensando al deposito dei libri contabili in Tribunale alcune catene nel settore. Una parte dell’indotto di questo mercato li sta già presentando.

Passando all’alimentare il 2008 è stato un anno particolare: il canale gd riferibile all’Iper è in grossa crisi, catene blasonate pare abbiano numeri negativi sulle spalle nell’anno 2008, anche la do ha avuto da qualche parte alcune difficoltà, da altre parti però ha incontrato una certa fortuna. I numeri positivi nella do, soprattutto di prossimità, ci sono stati grazie all’aumento dei listini su molte categorie dell’alimentare. Però le materie prime adesso stanno calando. E di conseguenza è possibile che nel 2009 debbano calare i prezzi, e quindi i fatturati.

La salvezza del 2008 sono stati gli incrementi di listino, nel 2009 si pagherà il prezzo dei decrementi, a cui si aggiungerà una contrazione, forse inevitabilmente superiore a quella di quest’anno. Come limitare i danni? Una delle soluzioni potrebbe essere quella di prefiggersi obbiettivi di margine e non di fatturato. Ovvero, riuscire ad imporre strategie rivolte alla massimizzazione del profitto tenendo d’occhio il fatturato. La leva promozionale, pericolo principale nella gestione dei margini, non può essere intaccata, è essenziale nelle strategie di marketing della distribuzione moderna. Quindi il sacrificio delle offerte promozionali non si deve mettere in discussione. Rimane il prezzo al pubblico. Se si abbassa proporzionalmente alla discesa del prezzo della materia prima si rischia di venire fagocitati dalla crisi dei consumi. Il mix di margine tra le varie categorie e tra le varie situazioni promozionali sarà la chiave di volta delle strategie del prossimo anno.

Andrea Meneghini