Una partita senza storia. Che vede ancora una volta primeggiare, se non la catena distributiva più importante in termini di volumi e fatturato, sicuramente quella più dinamica e attenta alle tendenze dei consumatori e agli scenari che verranno. Il business della spesa alimentare online, in Italia, non si è certo potuto considerare tale. Finora. Modesto il numero di consumatori inclini a utilizzare questo mezzo. Esiguo quello delle catene dotate di un simile servizio. Scarse le aree geografiche in cui era attivo.

I risultati di Esselunga
Le cose però stanno cambiando. E, come sempre accade, chi ci ha investito (e creduto) di più, ora comincia a raccogliere qualche frutto. Anzi, più di uno se – come si dice – nel 2008 Esselunga ha generato, attraverso le consegne dei suoi camioncini sui quali campeggia il claim “Clicca il pomodoro”, 53 milioni di euro, in crescita del 25% sull’anno precedente. Dal marzo del 2001, quando l’insegna di Bernardo Caprotti ha dato il via al servizio, le vendite sono andate progressivamente crescendo. Estendendosi col tempo a quindici province, tra Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e persino Veneto (Verona). L’anno scorso, così, sono state 425mila le consegne di spese effettuate sul sito www.esselungaacasa.it. Una media di circa 1.200 acquisti al giorno e di 124 euro a spesa.

Concorrenza a molte lunghezze
Dietro a Esselunga, il vuoto. Coop, che pure ha iniziato diversi anni fa a presidiare il canale, non raggiunge ancora i 1.500 acquirenti mensili. Nel 2008, a quanto pare, gli ordini ricevuti tramite e-commerce sono stati 17.000 (+8% sul 2007). Il servizio (www.laspesachenonpesa.it), da poco rinnovato, è del resto attualmente offerto solo da Unicoop Tirreno a Roma, limitatamente all’area interna al grande raccordo anulare. Sostanzialmente ancora ai blocchi di partenza è quello di Despar (www.spesaonline.it), attivo solo in alcune province della Lombardia e che comunque registra una crescita del 2% dei clienti rispetto al 2008.

Il caso Auchan
Diverso il caso di Auchan, la quarta insegna che si è mostrata quantomeno attenta a questo nuovo canale. Un interesse a onore del vero un po’ curioso, nato come test un anno e mezzo fa a Torino. Qui è infatti il consumatore che, dopo avere effettuato l’ordine su web, deve recarsi al punto vendita a ritirare i prodotti. Più che di una spesa online, ci sembra, siamo in presenza di un utilizzo “promozionale” della rete. Al pari di quello che Auchan sta facendo promuovendo tagli prezzo su alcuni prodotti riservati ai navigatori che si stampino il buono e lo consegnino all’iper per avere diritto agli sconti.

Le prospettive
Comunque sia, il numero di persone che si avvalgono del web per fare la spesa è destinato a crescere. E anche di parecchio. Con la diffusione di internet e delle connessioni veloci nelle case, con l’ingresso di nuove catene in questo tipo di offerta e l’estensione del servizio nelle varie aree geografiche, con il cambio generazionale che renderà sempre più familiare l’ausilio del pc e della rete, è lecito pensare che questo canale assumerà un peso sempre più importante. E i distributori che avranno maturato esperienze nel commercio online e che, sopprattutto, avranno affinato la propria efficienza logistica in questo difficile settore, potranno godere di molte opportunità di sviluppo in più.