I piccoli e medi pastifici italiani, rappresentati da UnionAlimentari-Confapi, sono preoccupati: la quotazione della semola di grano duro è in continuo rialzo e la situazione si presenta simile a quella vissuta dal settore nel 2007, quando l’incremento dei prezzi toccò i massimi storici e come conseguenza si registrò la crisi e la chiusura di molte piccole imprese.

Il problema è di natura globale ed è caratterizzato dalla scarsità d’offerta delle principali materie prime (in particolare zucchero, grano e olio) e dall’impennata dei prezzi su scala mondiale. In questa situazione il comparto della pasta italiana pone l’attenzione sull’approvvigionamento della semola di grano duro, unico ingrediente della pasta secca di semola.

“In questi ultimi sei mesi - spiega Pietro Marcato, vice-presidente UnionAlimentari-Confapi con delega al settore della pasta alimentare - il prezzo della semola di grano duro ha subito un incremento rapido e continuo. Ciò può mettere nuovamente in crisi i piccoli e medi pastifici che cominciavano a riaffermarsi, anche grazie alla stabilizzazione del prezzo della semola successiva al 2008”.

“La  scarsità  di materia prima, ci spiegano gli analisti, non sembra avere un’immediata soluzione - continua Marcato - ed è dovuta a un insieme di fattori concomitanti tra cui eventi climatici eccezionali che hanno penalizzato la produzione mondiale di questi ultimi anni, il parallelo aumento dei consumi di cereali per uso sia alimentare sia energetico e, non per ultimi, i fenomeni speculativi che partono dalle borse americane e si riflettono in tutto il mondo. Devo sottolineare che la produzione nazionale non è sufficiente per rispondere alla domanda interna e i mulini fornitori dei nostri pastifici devono forzatamente utilizzare quote di grano d’importazione”.

Come conseguenza, l’aumento dell’esposizione finanziaria dovuta agli incrementi dei prezzi rischierebbe di causare rilevanti problemi di liquidità nelle nostre aziende del settore provocando una pericolosa spirale negativa.

Ma che cosa si potrebbe fare? Marcato suggerisce una via d’uscita: “È necessaria la costituzione di una regia mondiale che eviti il perpetuarsi di situazioni speculative di natura prettamente finanziaria che irrimediabilmente si insinuano laddove si verifica una scarsità d’offerta delle materie prime. A livello nazionale è poi fondamentale la collaborazione di tutti gli attori della filiera della pasta: è necessario uno sforzo comune in modo che tutti si facciano carico responsabilmente delle difficoltà del comparto. Solo così non si vivranno le situazioni paradossali del passato evitando crisi che minano la vita di aziende che da sempre rappresentano uno dei punti di forza del made in Italy“.