La weissbier, invece che con malto d’orzo, riso o altri cereali, è prodotta con frumento e mantiene il lievito che le conferisce un gusto più acidulo e rinfrescante insieme a un colore paglierino sì ma torbido. Versandola nel classico bicchiere da weisse, alto e slanciato che tende a richiudersi verso l’orlo, Erdinger forma un “cappello” di schiuma candida e compatta che preserva l’aroma fruttato man mano che delizia il palato. Molti usano aggiungere una fetta di limone alla weissbier, cosa che però fa inorridire i cultori della bevanda sacra alla dea latina Cerere protettrice dei raccolti.
La forza distributrice di Heineken ha reso Erdinger Weissbier più facilmente acquistabile sia nel canale domestico, grazie all’ampia disponibilità di bottiglie sugli scaffali dei supermercati, sia nel canale fuori casa dove la si può spesso consumare alla spina, alla temperatura consigliata di 4-6°C.
Recentemente Erdinger Weissbier è stata protagonista di una serata speciale organizzata dalla birreria “Il campiglio” di Oggiona Santo Stefano, in provincia di Varese, dove è stata abbinata ai piatti tipici della cucina bavarese, tra i quali prosciutto affumicato, spätzle (gnocchetti di forma irregolare) e diverse varietà di würstel che il gusto della birra di frumento con la sua moderata alcolicità, 5,3°, sposava alla perfezione.
Esselunga è riuscita di recente a mettere in vendita anche la Erdinger Urweisse, la varietà ispirata alla prima birra prodotta nel lontano 1886 dalla birreria che prende nome dalla cittadina di Erding, non lontano da Monaco di Baviera. Chi volesse ulteriormente allargare le proprie conoscenze dovrebbe assaggiare pure Snow-White (Biancaneve), una weisse dal colore ambrato e gusto speziato, e Pikantus, una dark-bock di colore piuttosto scuro per via dell’aggiunta di malto d’orzo ben tostato e di alcolicità superiore, 7,3°, più adatta ai freddi invernali che ai caldi mesi estivi durante i quali è certamente preferibile dissetarsi con Erdinger Weissbier.
A.M.