Ci sono voluti venticinque anni di sperimentazioni, qualcosa come seicento incroci e – per ammissione stessa dei suoi “creatori” – una buona dose di fortuna. Ma alla fine l’impegno, il tempo e il denaro investiti sono stati ben ripagati. Il risultato è infatti Modì, una nuova varietà di mela rossa che sta mettendo tutti d’accordo: produttori agricoli, distribuzione e consumatori.

Certo, dal punto di vista produttivo siamo ancora agli inizi. I volumi non sono paragonabili a quelli di altre varietà già affermate (500 le tonnellate previste per la stagione 2008-2009) Ma il potenziale c’è tutto e si tratta ora solo di sviluppare le attività di commercializzazione. Tanto che le stime parlano di una produzione destinata a raggiungere quota 50.000 nel giro di un quinquennio e 100.000 tonnellate entro il 2018. Dal punto di vista distributivo, a iniziare le “danze” sono state Conad e Coop Adriatica. Alle quali si stanno affiancando via via altre catene.

Artefice di questo successo è il Civ (il Consorzio Italiano Vivaisti) che ha brevettato la nuova varietà di mela. Il nome Modì è presto spiegato. Si tratta del diminutivo di Amedeo Modigliani. Tra i cromatismi più amati dal pittore italiano, infatti, vi era proprio il color rosso ciliegia, lo stesso che contraddistingue Modì. Ma a fare di questa mela una novità così significativa non è solo il bel colore rosso brillante. Possiede spiccate doti di croccantezza e succosità e un ottimale equilibro fra brix zuccherino e grado di acidità. Si caratterizza inoltre per essere ogm free e a basso impatto ambientale.

Le particolari caratteristiche della pianta (assai resistente agli attacchi parassitari) permettono infatti una forte riduzione dei trattamenti in campo (-40% rispetto alle cultivar tradizionali), con conseguente miglioramento della produttività sia in termini qualitativi (oltre alle succitate caratteristiche organolettiche una più lunga shelf-life e l’alto grado di conservabilità in ambiente refrigerato) che quantitativi.

A coordinare le strategie commerciali e di marketing di Modì a livello europeo è Modìeuropa S.p.A, società consortile appositamente costituita lo scorso anno. «E’ la prima volta che un brevetto italiano viene gestito con un sistema di club di prodotto lungo tutta la supply chain – dichiara il presidente di Modieruropa Mauro Grossi -. Questo è sicuramente un fattore di primaria importanza per l’ortofrutta nazionale, dal momento che la maggior parte delle royalties frutticole sono di proprietà di club stranieri. Tuttavia, la paternità italiana del progetto Modì (Modì®Civg198, questo il nome in codice della nuova cultivar NdR) si coniuga con un raggio d’azione internazionale, che ha già visto nuovi partner in Spagna e nel Regno Unito».

A far parte del Consorzio vi è un gruppo di vivaisti esclusivisti della varietà e alcune aziende che ne gestiscono la produzione (Afe-Salvi, Cico-Mazzoni, Tagliani-Clementi Frutta, Apofruit Italia, Agrintesa, Ferrara Frutta, Vog). Per la commercializzazione il consorzio si avvale di alcune delle principali aziende ortofrutticole italiane: Salvi, Mazzoni, Vog, Apofruit, Agrintesa, Ferrara Frutta, Tagliani-Clementi Frutta.