La crisi non intacca l'appeal del biologico che, a dispetto della crisi dei consumi alimentari convenzionali, continua a galoppare, mettendo a segno nel primo semestre del 2011 un aumento del 13 per cento. Un dato che conferma e rafforza il risultato record già toccato nel 2010, quando il settore ha brindato al più 11,6 per cento.

E’ chiaro, dunque, il definitivo passaggio del biologico da moda passeggera o “di nicchia” a vera e propria abitudine di spesa come evidenzia la presenza massiccia dei prodotti biologici nelle catene della Gdo. Solo tra gennaio e aprile, infatti, gli acquisti “bio” crescono del 14,6 per cento nei supermercati, dell’11,8 per cento negli ipermercati e addirittura del 16,1 per cento nei discount (più 16,1 per cento).

A trainare la spesa in questa prima metà dell’anno sono state sempre pasta e riso (più 32,9 per cento); latte e formaggi (più 20,4 per cento) in particolare mozzarelle (più 82,7 per cento); biscotti e dolciumi (più 15,4 per cento) ma senza il pane (meno 11,3 per cento); uova (più 13,4 per cento).

Il mondo produttivo, alla luce di questo continuo trend di crescita, si sta adeguando. Nel 2010 il numero dei bioagricoltori è diminuito del 3,3 per cento rispetto al 2009, ma allo stesso tempo è aumentata sia la superficie totale dedicata (1.113.742 ettari rispetto ai 1.106.684 del 2009) sia la superficie media aziendale, che ha raggiunto i 26,6 ettari per azienda (più 3,9 per cento sul 2009).