di Claudia Scorza

La piattaforma tecnologica finanziaria Adyen ha pubblicato una nuova ricerca che rivela quanti miliardi perde ogni anno il settore retail italiano a causa di attività fraudolente. Dalle rilevazioni condotte in collaborazione con il Centre for Economic Business and Research (Cebr), è emerso che nel 2023 il settore retail ha perso circa 32,2 miliardi di euro a causa delle frodi nei pagamenti, la cifra più alta registrata in Europa lo scorso anno.

In media, le imprese italiane hanno perso 1,77 milioni di euro in seguito ad attacchi fraudolenti, considerando, però, che i retailer dell’ambito luxury fashion e i brand del food retail hanno perso rispettivamente 3,11 milioni di euro e 2,58 milioni di euro ciascuno. Complessivamente, il 32% delle aziende italiane è stato vittima di attività fraudolente, attacchi cyber o ha subito fughe di dati negli ultimi 12 mesi, con un aumento del 19% rispetto al 2022.

Il report ha anche rivelato che le aziende che hanno previsto una crescita dei ricavi pari o superiore al 100% nel 2024, sono anche quelle che hanno perso la somma più alta a causa di attacchi fraudolenti negli ultimi 12 mesi (pari a 13,9 miliardi di euro).

Le attività fraudolente hanno un impatto anche sul portafoglio degli acquirenti. Più precisamente, lo scorso anno il 31% dei consumatori italiani è stato vittima di frodi nei pagamenti, in aumento rispetto al 16% del 2022. Definite anche come furto d’identità, le frodi nei pagamenti si verificano quando un truffatore ruba il numero della carta di credito o di debito o i dati del conto corrente di qualcuno e utilizza le informazioni di pagamento per effettuare un acquisto non autorizzato.

I consumatori vittime di frodi nei pagamenti nel 2023 hanno perso in media 494,58 euro ciascuno in Italia, un valore che è aumentato del 225% rispetto all’ultima indagine condotta da Adyen per il 2022. Nonostante l’aumento significativo delle attività fraudolente, poco più della metà delle aziende (il 59%) ha dichiarato di disporre di sistemi efficaci di prevenzione delle frodi, con un incremento di soli 3 punti percentuali rispetto ai dati del 2022 (56%).

Il rischio di frode ha influenzato il comportamento dei consumatori durante gli acquisti, sia in negozio che online. Infatti, il 18% dei consumatori si sente meno sicuro quando acquista rispetto a 10 anni fa, a causa dell’aumento del rischio di frodi. Di conseguenza, il 19% dei consumatori sceglie attivamente di comprare nei negozi che hanno misure di sicurezza più elevate e, quando si tratta di acquisti online, il 19% gradisce che i retailer chiedano loro di verificare la propria identità in almeno due modi diversi prima di effettuare l’acquisto, nonostante il disagio che ciò può causare.

In questo contesto, le aziende stanno valutando attivamente come poter rispondere alla crescente minaccia delle frodi, al fine di proteggere se stesse e i propri clienti. Il 35% ha preso in considerazione la possibilità di cambiare il proprio fornitore di servizi di pagamento con uno in grado di offrire migliori meccanismi di difesa. Inoltre, il 49% ha iniziato a valutare come la propria azienda possa essere conforme alla Payment Services Directive 3 (Psd3), una direttiva dell’Ue che stabilisce regole più severe per tutelare i diritti e i dati personali dei consumatori nel settore finanziario.