Come riportato dal ‘Sole' di ieri l’intera agrindustria italiana rischia di perdere, nel prossimo esercizio, le riserve accumulate negli ultimi quindici anni, che sono stati segnati da una profonda trasformazione e hanno consentito al comparto di ottenere un relativo benessere.

Secondo il modello econometrico di Prometeia, infatti, per il settore il primo problema riguarda la produzione. Calcolandola a prezzi correnti, si stima che il 2012 possa sperimentare una sostanziale stazionarietà: +0,9 per cento. Il punto di partenza è l'aumento del 10,1 per cento fatto registrare quest'anno: si tratta di un ristagno da non sottovalutare.

Questo fattore non rappresenta però l'unica criticità. La probabilità che, l'anno prossimo, la crisi del sistema bancario si traduca in un’ulteriore restrizione del credito alle imprese potrebbe mettere a rischio la modernizzazione che il settore ha condotto negli ultimi quindici anni.

La reale incognita di cui nessuno può prevedere è dunque una crisi della finanza aziendale determinata dal credit crunch. In quel caso, potremmo assistere alla erosione di una struttura patrimoniale che negli ultimi anni si è in effetti irrobustita.