Un settore che in Italia presenta una produzione lorda vendibile di 11 miliardi di Euro con un fatturato (compreso l’indotto) di circa 22 miliardi di euro e che ha raggiunto (fra prodotto fresco e conserve), un export di 6 miliardi. L’Italia, pur essendo la prima produttrice in Europa, al mondo viene dopo Cina, India, Usa.

Ma la globalizzazione dei mercati e la stessa crisi che ha investito tutti i Paesi hanno portato a un diverso modo di consumare frutta e verdura. Macfrut, attraverso il suo Osservatorio dei Consumi delle famiglie lo ha potuto seguire e “certificare”. Si pensi ai forti incrementi dei consumi di IV e V gamma che si stanno verificando sia in Italia che in Europa, alla presenza sul mercato delle proposte di frullati (la cosiddetta “frutta da bere”) e di gelatine (magari anche in barrette).

L’Osservatorio, però, ci fa rilevare che nel primo trimestre gli acquisti sono il leggero calo (meno 0,8 per cento per verdura e meno 1,5 per cento per la frutta). A proposito di consumi di ortofrutta delle famiglie stiamo parlando di un movimento pari a 13,4 miliardi di Euro dei quali 6,6 per la sola frutta.

Purtroppo le condizioni del mercato appaiono però in netto peggioramento. Recentemente un allarme sui trend frutticoli è stato lanciato da Fedagri-Confocooperative che ha rilevato come vada facendosi fa sempre più pesante per i produttori italiani la crisi del mercato della frutta estiva, in particolare pesche e nettarine, causata dal calo dei consumi, dall’allargamento della forbice tra il prezzo all’origine e al consumo e da una scarsa trasparenza nelle politiche commerciali attuate dalle grandi catene della distribuzione organizzata.

“Da settimane – spiega il Presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini - stiamo portando su tutti i tavoli decisionali le nostre proposte per arginare la crisi, prima fra tutte quella che prevede l’estensione anche alle pesche e alle nettarine del sostegno economico riconosciuto dalla Ue ai prodotti ortofrutticoli che hanno subito un crollo di prezzo a causa della crisi dell’E-coli”.